L’Orchestra della pace Aldo Capitini non è semplicemente un’orchestra…
Quando risuonano le prime note senti subito che nello spazio intorno a te tutto pulsa allo stesso ritmo.
È il ritmo della pace.
Lo spettacolo “Let the sushine in!” di martedì 4 giugno è stato questo. Lo è stato per gli spettatori e lo è stato per coloro che hanno lavorato al progetto. Quello che si vede alla fine è solo la punta dell’iceberg, ma più di tutto è il percorso fatto insieme che ha generato l’armonia.
Per l’orchestra Aldo Capitini è stata la seconda esibizione: la prima volta i nostri ragazzi hanno suonato con gli studenti dell’orchestra Bella fortuna di Salisburgo, riuscendo subito a trovare la sintonia. Quell’intesa, quell’accordo martedì si è di nuovo concretizzato in palestra, a Umbertide, e si è levato in alto il messaggio di pace di cui l’orchestra è portavoce. Ogni ragazzo dell’orchestra è un piccolo costruttore di pace. Come dice il prof Corbu “La vita dell’essere umano è fatta di spazi: spazi fisici e spazi interiori. Trovare una giusta collocazione nel mondo e nella società, in modo non aggressivo, aiuta a costruire grandi spazi interiori di pace e di accoglienza. Lo spazio nel proprio cuore si chiama empatia o, se vogliamo riassumere questo concetto in una parola più ampia, questo spazio, questo luogo, si chiama Pace.
Lo spettacolo prende spunto dalla riflessione sull’inutilità delle guerre, partendo dal primo conflitto mondiale che ha visto i due Paesi, Italia e Austria, contrapposti, per allargare lo sguardo sulle devastazioni causate dai conflitti, purtroppo anche quelli contemporanei, e sulla costruzione di muri. E il messaggio è in quei ragazzi che buttano giù il muro, quello che all’inizio viene costruito, mattone dopo mattone, carico di parole di odio. Sono i ragazzi che, con una immensa bandiera della pace, costruita colore dopo colore, lo abbattono… È la ragazza vestita simbolicamente di pace che diventa la Voce dell’orchestra e del grande costruttore di pace Aldo Capitini di cui l’orchestra porta il nome.
Questa è l’essenza dello spettacolo: il seme della pace va curato dentro ognuno di noi, deve crescere forte e si deve diffondere il più possibile. Qual è il punto di partenza? Il cuore puro di ogni bambino, che sa amare senza compenso. Sono le note e le voci di Anema e core. È la conclusione dello spettacolo, quando, sulle note di Let the sunshine in, scorrono le immagini da bambini dei partecipanti allo spettacolo, suggellata all’unisono dal grido We shall overcome!
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