Dopo la pioggia di Gianni Rodari
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
…E un arcobaleno senza pioggia, un sorriso nel cielo blu contornato da sottili veli di nubi bianche, è stato il fenomeno inaspettato che ha accolto il popolo della pace alla Rocca Maggiore di Assisi, dove si è conclusa la Marcia più partecipata di sempre.
Anche quest’anno la nostra scuola ha preso parte a questo evento nell’ambito della Rete di Scuole di Pace, a cui aderisce da anni, e nell’ambito del Programma nazionale di Educazione civica 2025-2026 “Sbellichiamoci”.
La nostra orchestra della Pace “Aldo Capitini” si è esibita sul palco della Rocca durante la manifestazione finale, insieme a quasi cento ragazzi della scuola di Locate di Triulzi, con cui dallo scorso anno si è aperta una bella collaborazione. Già giovedì scorso una rappresentanza dell’orchestra aveva suonato alla Sala dei Notari, aprendo il primo incontro dell’ONU dei popoli, e sabato, insieme al coro di Locate, ha dato il via al Meeting delle Scuole di pace giunte da tutta Italia.
Oltre alla presenza dell’orchestra, nella mattinata di ieri un piccolo gruppo di docenti, studenti e genitori si è messo in cammino da Santa Maria degli Angeli per percorrere l’ultimo tratto della marcia, insieme a un serpentone di persone lungo circa quattordici chilometri. Un tripudio di bandiere, cartelloni, canti di pace e fraternità ha accompagnato il loro cammino verso il punto più alto della città di San Francesco.
Aldo Capitini, ideatore della prima marcia del 1961, filosofo della nonviolenza noto come il Gandhi italiano, sicuramente da lassù sarà stato felice di vedere questo spettacolo meraviglioso.
Ringraziamo di cuore i ragazzi che hanno partecipato e le loro famiglie che si sono dimostrate sensibili e disponibili. Siamo convinti che il lavoro da fare non è concluso e non finirà, educare alla pace è un processo lento, fondato su alcuni principi fondamentali, come la cura, il dialogo, l’attenzione, l’ascolto, l’empatia. Come diceva papa Francesco, è un “lavoro da artigiani”.
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